Un telo verde, 22 pupazzetti dondolanti, una pallina e ... tifo da stadio. Sono gli anni 70 e in Italia esplode il Subbuteo, lo ricordo benissimo quel giorno che mio padre me lo portò a inizio 1972 quando ero in istituto in Vaticano. Non sapevamo neanche come si giocasse ma l'entusiasmo fu immediato e dopo qualche giorno partì il primo campionato interclasse.
Storia.
La storia della nascita del Subbuteo è veramente curiosa. Siamo negli anni quaranta e un ornitologo inglese di nome Peter Arthur Adolph nell'agosto del 1946 decide di pubblicare sul britannico The Boy's Own Paper un vago annuncio di vendita di un nuovo gioco che non aveva ancora realizzato ma unicamente pensato.
In poco tempo l'annuncio gli consente di raccogliere inaspettatamente circa 7500 sterline in ordini postali, una cifra considerevole che gli permette di realizzare il gioco del calcio da tavolo che conquisterà il mondo negli anni a venire. Non prima di essersi scusato attraverso
un altro annuncio pubblicato sullo
stesso giornale per il ritardo delle prime
consegne.
È bene ricordare come sul mercato esistesse già un gioco praticamente identico, il Newfooty, inventato e perfezionato tra il 1925 e il 1928 da William Lane Keeling a Liverpool.
Presentava figure di giocatori di cartone collocate su basi semi sferiche che, anche in questo caso, venivano spinti verso la palla con tocchi in punta di dito mentre il portiere veniva azionato attraverso una bacchetta di ferro fissata alla sua base.
Anche la registrazione del brevetto ha un retroscena curioso: presentato la prima volta da Adolph contestualmente alla richiesta di pubblicazione dell'annuncio, se lo vide respinto in quanto il nome scelto "Hobby", nome comune inglese del falco Lodolaio, fu ritenuto troppo comune. Per questo motivo decise di pescare ancora una volta dall'ornitologia optando per il nome scientifico del falco Lodolaio chiamato falco subbuteo.
Nasce così il Subbuteo e la Subbuteo Sport Games mentre il brevetto viene definitivamente accolto il 26 gennaio 1949. Il falco comparirà invece sul logo del gioco solo negli anni Ottanta.
Di li a poco la produzione si perfeziona, vengono commercializzate sempre più squadre per soddisfare le richieste dei giocatori che desiderano giocare con i propri colori e organizzati anche i primi campionati.
Foto da WEB. Eventuali aventi diritto possono contattarci per la rimozione
Il successo.
La storia del Subbuteo è lunga e interessantissima: basterebbe ricordare come nel 1982 i giocatori stimati fossero oltre sette milioni in tutto il mondo.
Alcuni dati per dare l'idea della portata del gioco: durante la fase di maturità del Subbuteo, ogni miniatura si componeva di quattro parti oltre la verniciatura, vennero prodotte più di 750 colorazioni diverse (che corrispondono alle divise delle squadre visto che erano previste in certi casi anche le seconde maglie) e molteplici tipi di palloni. La produzione, nel periodo massimo delle vendite, consumava ogni tre mesi circa dieci milioni di rondelle per appesantire le basi
Vennero immessi sul mercato diverse tipologie di porte e un numero incredibile di accessori: fari per l'illuminazione, recinzioni, maestranze varie, troupe televisive, arbitri, coppe, segnapunti e interi stadi compresi di spettatori realizzati in diverse pose.
Se in origine veniva consigliato di utilizzare come campi di gioco le coperte militari dell'epoca, successivamente furono appositamente realizzati in panno verde.
Evoluzione.
Nel tempo le miniature sono state classificate per tipologia e quindi per evoluzione produttiva, assegnando loro un nome distintivo. Si contano fino a sedici diverse tipologie.
Partiti con le Flat Cardboard realizzate in cartone e poi affiancate dalle Flat Celluloid che risultavano però più fragili, nel 1961 debutta la serie "00", la stessa utilizzata per i modellini ferroviari, con omini realizzati tridimensionalmente nella tipica posa conosciuta come HW - Heavy Wight e venduti come Serie continentale.
Successivamente la serie Classic HW, prodotta dal 1967, diventerà la più ricercata dai collezionisti. Da segnalare l'uscita nel 1979 della serie Zombie con un primo tentativo di stampaggio meccanico e nel 1981 l'uscita delle LW - Light Weight più leggere e meglio colorate. Subbuteo realizzò anche il gioco del rugby, del cricket e lo speedway.
Morte e rinascita.
Nel 1968 la società di Adolph passa alla John Waddington Ltd. per una cifra a quei tempi da capogiro.
Nel corso degli anni Novanta l'azienda viene però acquisita dalla Hasbro la quale, nel 2000, interrompe la produzione del gioco considerandolo non più competitivo nei confronti dei nuovi videogiochi sportivi.
La produzione del gioco continua però proprio in Italia attraverso una licenza concessa dalla Hasbro al distributore locale Edilio Parodi fino al 2003. Lo stesso realizzerà una nuova versione del gioco da tavolo chiamata Zèugo (gioco in genovese).
Il marchio Subbuteo ricompare ufficialmente in Italia nel 2009, grazie a una collana edita dalla Fabbri Editori su licenza Hasbro e distribuita nelle edicole.
Oggi per gli appassionati le serie vintage sono un prodotto anche da collezione.
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