Noi “sorcini” abitanti di Zerolandia «terra di verità e d'illusione, di prosaiche poesie e di poetiche follie»; un luogo nel quale si può «entrare senza passaporto»
L'idea
Renato Zero è stato da sempre uno dei personaggio più controversi della musica italiana, amato da 50 anni, è di certo uno dei cantanti che più ha rivoluzionato il rapporto con i fans.
Non è però di lui che vogliamo parlare ma di quel “movimento” che riuscì a crearsi intorno fin dalla fine degli anni ’70, il suo mondo, la sua idea di favola il suo popolo (i “sorcini”) e la sua terra (“Zerolandia”)
Proprio per coronare questo suo sogno - già esploso con l’album “Zerolandia” del 1978 - di dare forma al suo spazio, che Renato Zero nel 1979 vuole affittare un tendone nel quale tenere i concerti del suo Tour.
Nasce Zerolandia
Il sogno si avvera con un accordo con la famiglia di Enis Togni che sospende l’attività del Circo Americano e affitta il tendone a Zero per i suoi concerti.
Tutto il “villaggio” del circo viene rinominato Zerolandia.
La prima tournée che Zero realizzò sotto la tenda fu La favola di EroZero, spettacolo-musical che portò Renato in giro per le principali città italiane, tra le quali Roma, Bologna, Pisa, Torino e Verona nella primavera del 1979.
I Togni si occuparono di tutta l’organizzazione, per il tour, vennero messi a disposizione l'intero staff del Circo Americano, il parco automezzi, il bar, la biglietteria e le arcate di ingresso sulle quali era impressa la scritta "Zerolandia", anziché "American Circus". Queste ultime davano la sensazione allo spettatore di entrare in un'altra dimensione, in un mondo parallelo a quello circostante.
Il grande successo convinse Renato ad andare oltre, così decise di festeggiare le feste natalizie insieme al suo pubblico; iniziò la serie di spettacoli Zerolandia '80, che dall'anno successivo assunsero il nome Natale a Zerolandia
I concerti si svolgevano a Roma nel periodo di Natale e Capodanno e in un'altra città nel periodo dell'Epifania con replica pomeridiana la domenica e il giorno di Natale.
Durante la serata del 24 dicembre, lo spettacolo veniva interrotto a mezzanotte per officiare la messa, celebrata da un prete in blue jeans. Successivamente, venivano distribuiti panettone, pandoro e torrone, dopodiché lo spettacolo riprendeva.
In poco tempo, Natale a Zerolandia divenne una tradizione annuale per tutti gli zerofolli e non solo.
Per il 1979 Zerolandia fu installato a Roma al Foro Italico, in Viale Dei Gladiatori, mentre a Milano in Viale Della Liberazione, nel quartiere Varesine.
Nel 1980 a Roma si spostò nello spazio di fronte alla Fiera di Roma, che probabilmente è quello che è rimasto più nel cuore dei “sorcini” romani.
Tutti contro Zero: il tramonto
Dal 1982 purtroppo lo “scomodo” Renato Zero e Zerolandia entrarono nel mirino di “qualcuno”.
Il 24 dicembre la Questura di Roma sospese lo spettacolo ritenendo il tendone non conforme alle norme di sicurezza. Renato intervenne a Domenica in, nella puntata del 26 dicembre, per lanciare un appello alle istituzioni affinché potesse riprendere i concerti in programma a Zerolandia: la richiesta fu accolta e lo spettacolo del 27 dicembre si svolse regolarmente ma 28 dicembre, nel tardo pomeriggio, intervenne la Polizia su ordinanza del pretore Eugenio Bettiol; gli agenti entrarono all'interno del tendone con i mitra e intimarono il pubblico di uscire.
Era l’inizio della fine, Natale a Zerolandia si trasferì nei palazzetti ma non era la stessa cosa. Nel ’90 ci fu un tentativo di riapertura, ma a Napoli fu addirittura negato lo spazio cosa che portò il grande Renato quasi all’abbandono delle scene
Emozioni che non moriranno mai...
Di Natale a Zerolandia a noi sorcini rimangono i ricordi, la nostalgia, i costumi, le canzoni recitate e soprattutto rimane l’intro che recitava…
«È Natale a Zerolandia, è Natale anche per noi. Per noi diversi. Per noi che siamo tanti.
Per noi che guardiamo avanti... già, avanti!
Per noi che, forse, sembriamo strani, ma che in fondo siamo così umani... già!
È Natale malgrado l'apparenza. Per noi che vogliamo vivere. Per noi che abbiamo pazienza.
Per noi che lavoriamo in segreto, che ci diamo da fare affinché questa vita incazzata possa cambiare umore e diventare un'altra occasione... un altro Natale.
E noi ci siamo tutti e siamo davvero più veri di ieri.
Prestateci un sogno, lasciateci ancora tentare.
Perché questa notte sia eterna. Perché sia una notte d'amore!!!»
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