Cucire è stato per moltissimi anni una delle professioni più seguite dalle donne, ma anche passatempo, passione e, non da ultimo, fonte di risparmio familiare.
Molti di noi sicuramente ricorderanno mamme, zie, nonne, chine sulle loro macchine da cucire, con i piedi sul pedale che dava il movimento alla puleggia. Spesso erano toppe, orli, rifacimento di cuciture. Fondamentale era l'arte del riciclo: cosi un cappotto diventava una gonna e una giacca, un paio di pantaloni logori diventavano calzoni corti per i bambini. Ingegnoso il "rigirare" i colli e i polsini delle camicie, cosa che permetteva di mandare all'interno la parte logora e avere una nuova parte a vista.
Arrivarono poi i corsi di taglio e cucito, corsi prevalentemente professionali che davano la possibilità di iniziare l'arta della sarta. Le ragazze iniziarono a spostarsi verso le grandi città ed esplose la moda italiana.
Per chi, la maggioranza, rimaneva a usare quell'arte in casa nacquero riviste dedicate, con cartamodelli e istruzioni per il fai-da-te. Le ragazze allora cercavano stoffe di riciclo per divertirsi a cucirsi quel vestito che non potevano permettersi di comprare, o magari mettevano soldi da parte per quella stoffa più pregiata vista alla merceria.
Già la merceria, luogo fondamentale dove si andavano a prendere oltre alle stoffe, aghi e filo; a scegliere bottoni fettuccia, elastici e merletti per le finiture.
Molte donne ne fecero un lavoro per aiutare le finanze familiari cosi giravano il quartiere, si facevano conoscere dai vicini e dai negozi di abbigliamento cucivano, lavavano e stiravano e l'Italia cresceva.
Le sarte sono poi lentamente scomparse anche per colpa del benessere, nulla si riparava più, il proliferare delle taglie ha reso inutile anche il saper adattare un capo di abbigliamento. Oggi si cominciano a rivedere, in genere nelle lavanderie, ad opera principalmente di stranieri.
Chissà che non possa essere una rinascita.
Le origini
Il cucito è una nobilissima arte dalle origini antichissime. Infatti le prime tracce di essa sono state rinvenute in epoca preistorica, molto prima della nascita della filatura nell’industria del tessuto. L’uomo preistorico fu il primo inventore delle moderne tecniche di cucito, poiché introdusse tecniche di taglio sopravvissute fino ai nostri giorni.
In molti scavi archeologici sono stati rinvenuti strumenti adatti a tagliare e raschiare le pelli o a bucarle per infilarci liane e tendini in modo da tenere insieme parti diverse, allo stesso modo degli aghi. Successivamente le prime testimonianze dell’attività del sarto, si hanno nel medioevo, queste raccontano la prolifica attività sartoriale, che verrà in seguito tramandata alle società del futuro. Il rinascimento, epoca che fece dell’eleganza e della raffinatezza il suo monito, svilupperà al fianco del cucito l’arte del ricamo.
Questa diventerà la principale occupazione di fanciulle, di qualsiasi grado sociale. Ma la vera evoluzione di questa utile e raffinata arte si avrà nel 1800, precisamente nel 1830 con l’invenzione del primo prototipo di macchina per cucire, da parte dell’inventore francese Barthélemy Thimonnier.
Laura Jovinelli ci riporta ancora una storia, come ormai ci ha abituati, bravissima a scovare questi personaggi nella Roma attuale, personaggi da consegnare alla storia.
la sarta Margherita
Questa è la storia di una delle ultime artigiane del quartiere, via Sicilia, piazza fiume. Margherita è un vero portento. classe 1939, anni 83 , una vitalità da vendere, passione ed amore per il suo lavoro, una dote preziosa e delle mani d'oro.
Margherita nasce a via Marsala, proprio sotto la guerra, in un appartamento in subaffitto che condivide con altre 4 famiglie, papà calzolaio e mamma veneta che lava i panni nelle abitazioni, un tempo si usava così.
A 14 anni Margherita viene affidata a delle zie a Milano per lavorare in una panetteria/ pastificio. Ma la nostalgia di Roma è forte, scappa, torna a casa e fa altri mille lavori per mettere qualche soldo da parte, dalla modella per un pittore alla fotografa, fino alla tutto fare presso una fruttivendola.
E' forte, volenterosa, non la ferma nessuno. A Milano aveva imparato anche a tingere borse e scarpe. A 18 anni con i suoi risparmi rileva la bottega del padre a via Cadorna e comincia la sua avventura. Ogni mattina prende l'autobus e gira tutti i calzolai della città per offrire il suo lavoro, prende incarichi li porta a bottega, li lavora e li riporta finiti, ha visto nascere quartieri nuovi come Balduina e Talenti, Margherita ha una voglia di fare ed una passione ineguagliabile.
Una mattina a bottega si affaccia un bel ragazzo, Cesare, colpo di fulmine, si innamora e si sposa. Nasce il primo dei tre figli che lei porta a negozio in carrozzina. ma come fa con le vernici? semplice torna di notte a negozio e tinge le borse.
Margherita è un autodidatta, si specializza in pelli e pellicce, è bravissima, la svolta arriva con l'apertura della Rinascente a Piazza Fiume, primi anni '60 ed il lavoro aumenta, lascia via Cadorna ed apre a via Sicilia dove è ancora, da più di 50 anni.
Inseparabile dalla sua macchina da cucire, impara incessantemente, diventa sempre più abile, Anna Magnani, Fabio Testi sono fra i suoi clienti. Il marito Cesare sempre accanto a lei , si amano, condividono passioni e lavoro.
Margherita oggi è ancora piena di vita, china sulla sua macchina da cucire, con il suo ago e filo tra le mani, circondata da infiniti cappotti, giacche, pantaloni, insomma tutto il suo mondo, occhi vivaci e vispi, un sorriso disarmante. ogni mattina apre , Cesare 89 anni, amorevolmente le porta il pranzo da lui cucinato e la sera Margherita torna a casa.
La sarta margherita, come le piace essere chiamata, ha imparato tutto da sola, non potendo frequentare corsi professionali, ha un gran talento fra le mani, una dote che non verrà tramandata, dopo di lei più nulla, un gran peccato ma intanto ce la godiamo!!!!
p.s. la sarta Margherita ha tantissimi interessi e passioni ma una le riempie la vita : la Lazio. Ancora oggi in motorino con sua figlia va allo stadio, nella sua amata curva dove tutti la conoscono e tifa la sua squadra del cuore con la gioia e la spensieratezza di una ventenne.
Viva Margherita !
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