Orde di Ragazzini impazziti, schiere di sconosciute adolescenti adulate come VIP, questo è stata Non è la Rai. Programma amato e odiato, contestato e copiato. Ma sicuramente un fenomeno unico e irripetibile.
L'idea
Ottobre 1990. Mi accingo a fare il mio primo ingresso agli studi Rai della Dear a Via Nomentana. Ci sono le prime prove di Domenica in, dove con l’azienda che ho appena fondato ci occuperemo di portare nuovi interventi in computer grafica.
Fuori dai cancelli della Rai noto un movimento di adolescenti, penso alla presenza di qualche VIP caro a quei ragazzini, non immagino minimamente che quello che sto vedendo non è ancora nulla rispetto a quello che assiterò durante quell’anno e in quelli successivi.
Eh si perché quella è la Domenica in che ha rivoluzionato un po’ la TV della domenica, ed è solo l’inizio di un fenomeno che segnerà la televisione per anni.
L’autore di quel fenomeno non è nuovo a creare sconvolgimenti nei media Italiani, si tratta di Gianni Boncompagni che per la quarta volta riempie lo studio di decine di ragazzine scatenate, ragazzine che sono diventate le stelle per nugoli di giovanissimi che ogni domenica, e molti anche nei giorni di prova, si accalcano davanti ai cancelli per vederle, fotografarle e magari conoscerle.
Ragazzine, a loro volta adolescenti, che sono più acclamate dei vari personaggi che si alternavano alla conduzione, personaggi che non erano certamente di secondo piano trattandosi di Gigi Sabani , Simona Tagli, Ricchi e Poveri, Mario Marenco, Brigitta Boccoli, Carmen Russo, Toto Cutugno, Paolo Villaggio, Bruno Vespa, Sandro Mayer.
Il genio di Gianni Boncompagni aveva colpito ancora, lui che 10 anni prima era arrivato in televisione con Discoring, un programma musicale destinato a un pubblico esclusivamente giovanile, con un proprio gergo, e con le ultime tendenze del momento sia musicali sia nell'abbigliamento, sconvolgendo subito la TV pubblica con un successo inaspettato.
Nasce il fenomeno
Nel 1991 seguii Boncompagni in Fininvest, dove gli fu data piena libertà di sviluppare il suo programma fatto di ragazzine, alcune talentuose, altre semplici belle figuranti. Nasce Non è la Rai e da quegli studi passano giovani che diventeranno poi veri talenti e altre vere meteore che comunque godranno, durante la stagione, di popolarità e fans.
Erano Le Ragazze di Non è la Rai, che a distanza di 30 anni ancora hanno il loro seguito. I ragazzini fuori degli studi del Palatino, a due passi dal Colosseo, impazzivano, spesso c’erano seri problemi di traffico che bloccava la zona fino al Circo Massimo.
Quando uscivano le più conosciute, Ambra, Antonella, Miriana, Pamela, Alessia, Cristina, Roberta, Eleonora, Francesca, Ilaria- si perché per lo più erano conosciute e presentate solo con il nome - solo per citarne alcune, si arrivava a scene di folle euforia, pericolosa al punto che più volte si doveva ricorrere al servizio d’ordine.
Fan provenienti da tutta Italia, che cercavano di farsi fare autografi, fare delle foto, consegnare lettere o più semplicemente scambiare qualche parola con le piccole star del programma mentre entravano e uscivano dagli studi. Alcuni di essi erano soliti riempire i muri delle strade antistanti il centro Palatino con messaggi indirizzati alle protagoniste del programma. Tra l'altro, molte troupe di televisioni provenienti da tutto il mondo hanno fatto visita allo studio 1 del Centro Palatino di Roma dal quale andava in onda la trasmissione, per studiarla e carpirne i segreti.
Pompato da un merchandising vendutissimo (dischi, diari, quaderni, album di figurine, t-shirt), fu la prima trasmissione a frequenza quotidiana di Mediaset ad andare in diretta.
Polemiche o non polemiche, 'Non è la Rai' è diventato un fenomeno di costume degli anni novanta, criticato, amato e odiato ma in fondo studiato e seguito, un appuntamento fisso che teneva attaccati davanti alla televisione milioni di adolescenti che vedevano in quelle ragazze il miraggio della notorietà venuta dal nulla. Possiamo paragonarlo a quello che è successo poi con i ragazzi delle prime serie del Grande Fratello o, oggi, con gli influencer.
Dietro le quinte
All’interno degli studi a tenere a bada quelle 100 furie scatenate, ci pensava Irene Ghergo, insostituibile coautrice e braccio destro di Gianni, temuta e rispettata da tutte. Con i produttori Tito Presciutti e Giuliana Bianchini (poi Corrado Grego e Orietta Amati) con le mani sempre nei capelli.
Dietro a Non è la Rai si muovevano una serie incredibile di professionisti perché quelle ragazzine dovevano ballare – povera Marina Cinti -, dovevano saper cantare, spesso recitare e comunque muoversi rimanendo se stesse. Si OK molte cantavano in playback con le voci di coriste – una su tutte la grande Sabrina Marinangeli - che rimanevano nell’ombra, ma dovevano pur sempre imparare e le coriste incidere le canzoni.
Lo studio poi era grandissimo, a 360°, una novità anche quella, con cameramen che dovevano muoversi in quell’ambiente cosi particolare senza intralciarsi. Ricordo il grande lavoro quando Boncompagni chiese la telecamera montata su rotaia che girava in alto tutt’intorno, o quando chiese di installare l’enorme piscina in studio.
Poi la logistica, in un ambiente poi non tanto grande, si dovettero installare un certo numero di box mobili per permettere a tutte le ragazze di avere un ambiente dove cambiarsi.
Gianni era un vulcano che non smetteva mai di trovare la novità come, da parte della mia società, i personaggi – il diavoletto, il picconatore ecc - magistralmente disegnati e animati dal mio giovanissimo socio Riccardo Grandi, che in diretta interagivano con la presentatrice di turno.
Il culmine si ebbe quando, per la stagione 92-93, Boncompagni decise di affidare la conduzione all’allora quindicenne Ambra. Aveva visto in quella ragazzina qualcosa di speciale e, come sempre, non si era sbagliato. Per molto tempo si giocò sul dubbio che Ambra fosse comandata attraverso una microscopica cuffietta. Beh si era cosi. Ma Ambra riusciva a ripetere in tempo reale quello che Gianni gli diceva in cuffia e lo faceva senza intoppi, senza inflessioni, parlava con estrema naturalezza, come se veramente quello che diceva fosse frutto del suo pensiero. Per non parlare di quando, senza scomporsi, riusciva a dribblare gli scherzi che Gianni gli faceva in cuffia. UN VERO FENOMENO e ve lo posso assicurare perché ero in regia, testimone di questi fatti. (guardate il video sotto, le risate le usava per capire per poi ripetere o dribblare ciò che gli diceva Gianni in cuffia)
Successo intramontabile
Finito il ciclo, le Ragazze di Non è la Rai le abbiamo ritrovate, cresciute, in molte trasmissioni, in spettacoli, al cinema e al teatro. Molte di loro ancora oggi, sono artiste di primordine cominciando dalla stessa Ambra, a Claudia Gerini, Lucia Ocone, Romina Mondello, Nicole Grimaudo e Sabrina Impacciatore
Ma molte altre riaffiorano spesso qua e la nelle cronache mondane e programmi televisivi.
Esiste ancora un sito dedicato, Mediaset manda repliche a più riprese e gruppi su Facebook ancora spopolano con migliaia di iscritti.
Tutto grazie a un genio assoluto e unico di nome Gianni Boncompagni che ho avuto l’onore di avere come amico fino alla sua scomparsa.
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